ODG: NO alla guerra! NO alle armi!

Pubblichiamo l’ordine del giorno presentato dai nostri compagni/e e approvato dalla Assemblea generale regionale della CGIL di Roma e Lazio.


L’assemblea generale della Cgil di Roma e del Lazio, riunitasi il 27 marzo 2025, esprime forte contrarietà
alle proposte di riarmo dei paesi dell’Unione avanzate dalla Commissione europea.

  1. Siamo in una situazione in cui venti di guerra infestano il mondo. Stragi di civili, lavoratrici e
    lavoratori, giovani e bambini accadono sotto i nostri occhi ogni giorno in Palestina e in Ucraina, per i
    folli progetti coloniali del governo Netanyahu in Israele e di quello di Putin in Russia. La nuova
    amministrazione Trump negli USA minaccia di scatenare una guerra commerciale con l’Europa e con il
    mondo intero attraverso l’imposizione di pesanti dazi sulle importazioni, minaccia acquisizioni
    territoriali in Groenlandia e altrove, interviene a legittimare le spinte neocolonialiste di Netanyahu e
    Putin, calpestando il diritto alla vita e all’autodeterminazione di interi popoli. L’Unione europea
    minaccia di riarmarsi con un piano di investimenti da 800 miliardi di euro, soffiando sulla guerra con la
    Russia, rinunciando ad una diplomazia di pace che consenta di uscire dalla guerra in Ucraina senza la
    spoliazione territoriale e delle risorse di quel popolo, su cui Trump e Putin si stanno accordando in
    queste settimane.
  2. L’estrema destra avanza in tutto il mondo e conquista posizioni di potere importanti anche nei paesi
    maggiormente sviluppati. In Europa, oltre al governo Meloni in Italia e nei paesi dell’Est, la destra
    postfascista avanza anche in Francia e in Germania. Si nutre della disperazione di ampie fasce di
    popolazione schiacciate dalle politiche economiche dell’austerità, dallo strapotere padronale che ha eroso
    negli ultimi tre decenni le conquiste di diritti, salari e civiltà, ha annichilito l’intervento pubblico
    nell’economia ed ha prodotto disoccupazione e precarizzazione. La spinta al riarmo dei Paesi europei
    nutre una nuova retorica nazionalista, così come già da anni la guerra dell’Unione europea contro i
    migranti ha nutrito la retorica razzista. La pace tra i popoli è invece l’unico modo efficace di contrastare
    le destre reazionarie.
  3. La crisi economica in Europa è destinata ad approfondirsi. Le economie europee sono in un colpevole
    ritardo sulla transizione energetica necessaria e la decarbonizzazione. Le politiche commerciali
    protezioniste non faranno altro che peggiorare la situazione per le lavoratrici e i lavoratori. L’inflazione
    torna ad essere, e rischia di esserlo ancora di più nei prossimi anni, un’arma letale contro i salari delle
    lavoratrici e dei lavoratori. Sarebbero necessari investimenti pubblici ingenti per contrastare e invertire
    il declino economico delle economie europee, per perseguire una transizione energetica giusta, per
    costruire un’economia che non devasti l’ambiente ma fornisca servizi, cura e benessere per tutte e tutti.
    La scelta di rubare a queste impellenti necessità ben 800 miliardi di euro è una scelta nefasta che va
    fermata prima che sia troppo tardi.
    Il nostro sindacato deve farsi protagonista nel lanciare un grande movimento delle lavoratrici e dei
    lavoratori europei contro il riarmo e per la pace, che coinvolga l’associazionismo, le rappresentanze
    sindacali sui luoghi di lavoro, le organizzazioni politiche e sociali degli sfruttati e degli oppressi, una
    mobilitazione per fermare i piani della commissione guidata da Ursula von der Leyen e che imprima una
    svolta radicale all’Unione europea, recuperando le idee e le motivazioni dei partigiani e delle partigiane
    antifascisti/e che hanno spinto all’unità dei popoli d’Europa dopo la Seconda guerra mondiale. Un’Europa
    delle lavoratrici e dei lavoratori, dei diritti sociali, dell’accoglienza e della pace per tutte e tutti!
    Francesca Paoloni
    Francesco Locantore