AG FLC: non è sufficiente difendere la libertà di manifestazione

NON E’ SUFFICIENTE DIFENDERE LA LIBERTA’ DI MANIFESTAZIONE E DI ESPRESSIONE DEGLI STUDENTI: DOBBIAMO DIRE PERCHE’ ERANO IN PIAZZA E PERCHE’ SONO STATI REPRESSI.
SERVONO AZIONI CONCRETE DELLA FLC-CGIL NEL SETTORE DELLA RICERCA: DOBBIAMO CHIEDERE IL BOICOTTAGGIO CONTRO CHI SOSTIENE L’OCCUPAZIONE DELLA PALESTINA E IL GENOCIDIO A GAZA

Salve a tutti e a tutti,
intervengo per parlare della questione della repressione delle manifestazioni su cui altri sono già intervenuti. Rispetto a quanto accaduto mi trovo in una situazione un po’ particolare: abito a Pisa, dove ho frequentato l’Università e ho partecipato negli anni a tutte le mobilitazioni avvenute in città, prima da studente e adesso da docente, perché sono RSU in una scuola della provincia di Lucca, vicina a Pisa. Vi porto la testimonianza delle mobilitazioni avvenute in Toscana – cosa che ha già fatto anche Pasquale Cuomo – aggiungendo alcuni elementi importanti secondo me.

Innanzitutto nella mia scuola di Torre del Lago, come avvenuto in tantissime altre scuole (non solo della Toscana), abbiamo prodotto e mandato ai media locali un documento molto netto di solidarietà agli studenti rispetto alla repressione, dove abbiamo esplicitato anche le motivazioni che li hanno portati in piazza ovvero la protesta per il massacro in corso in Palestina.

In Toscana questo lunedì 4 marzo si terrà un’assemblea on-line per parlare anche della repressione delle manifestazioni e delle libertà di espressione, oltre che dello sciopero dell’8 marzo. La nostra scuola parteciperà in massa a questa assemblea: la maggior parte dei docenti parteciperà e verrà data visibilità all’Assemblea on-line stessa, mettendo cartelloni davanti all’istituto. Nella mia scuola, come in altre, è stata convocata una conferenza stampa per dare visibilità all’assemblea e al nostro sostegno come docenti e ATA agli studenti repressi della polizia venerdì 23 febbraio. Nel nostro territorio lo sciopero dell’8 Marzo quest’anno avrà come temi non solo quelli specifici dell’otto Marzo, ma anche la repressione delle manifestazioni e il sostegno al popolo palestinese.

Sabato 24 febbraio ho partecipato alla manifestazione di Milano per la Palestina, dove ho riscontrato una forte partecipazione e la volontà di denunciare ciò che sta accadendo a Gaza con parole nette.

In particolare però volevo portarvi la mia testimonianza dell’assemblea enorme a cui ho partecipato due giorni fa (martedi 27 febbraio), all’Università di Pisa e che è durata due ore e mezzo. Un’assemblea convocata dagli studenti universitari cui hanno partecipato tutti coloro che hanno preso parte alle proteste in questi giorni: le proteste di piazza del 23 febbraio represse dalla polizia e quelle successive, in cui c’è stata la reazione democratica a quanto era accaduto. Erano presenti studenti dell’Università, studenti medi e i vari gruppi che hanno partecipato alle manifestazioni.

Un elemento di cui volevo mettervi a conoscenza è che siamo nella fase di crescita di un movimento enorme, di giovani che vogliono lottare, che non hanno più paura di farlo e di dire le cose col loro nome. Senza esagerare, eravamo 600-700 persone in un’aula enorme: da un’aula meno grande al piano terra ci siamo dovuti spostare al piano di sopra nel Polo Carmignani, che è quello universitario, per poter parlare. Lì ho visto e ho avuto modo di toccare con mano ciò che sta succedendo a Pisa, io che ho partecipato a precedenti momenti di mobilitazione alta nella mia città negli anni scorsi: si percepisce una grande energia, una volontà di queste ragazzi, giovani o giovanissimi, di lottare, ma anche una grandissima consapevolezza. E quello che chiedono a tutti, anche alla Cgil e a tutti coloro che si sono espressi giustamente contro la reazione fascistoide alle loro proteste, non è soltanto una reazione democratica legata alla difesa, più che legittima, del diritto di espressione e di manifestare. Cosa che abbiamo fatto come FLC-CGIL anche oggi a Roma in una iniziativa molto importante. Chiedono anche di non cancellare o comunque di non dimenticare le motivazioni di quella protesta. Lo hanno detto in tutti gli interventi, gli studenti più grandi come gli studenti medi, compresi quelli con il braccio ingessato a seguito della repressione. Non vogliono sentirsi dire soltanto “poveri ragazzi, vi hanno picchiato, siamo con voi contro le manganellate”. Chiedono che chi li sostiene nella loro libertà di espressione, citi anche le motivazioni per cui le hanno prese quelle botte e per cui sono stati massacrati coi manganelli.

E’ un elemento fondamentale che vi volevo far conoscere, perché la loro consapevolezza è massima in questo senso: non hanno più voglia di essere trattati in maniera paternalistica dagli adulti che gli dicono “poverini, vi difendiamo noi dai cattivi che vi bastonano”. Vogliono che chi li difende dica anche il motivo per cui erano lì a protestare. Quegli studenti, in assemblea, si sono chiesti perché tanta gente in Italia, anche giustamente, si è così indignata per le botte che hanno preso loro in piazza – ed alcuni ragazzi presenti in assemblea avevano le dita rotte e la testa fasciata – non provano la stessa indignazione per ciò che sta accadendo a Gaza?

In tutti gli interventi in assemblea (e nelle manifestazioni), questi studenti hanno usato per Gaza parole chiare, a differenza di quello che fanno gli “adulti” e anche noi docenti che li sosteniamo: dicono “Stop al genocidio a Gaza”, dicono “Free Palestine”, dicono “no all’occupazione”. Non ci girano intorno, vogliono parole nette: non ne possono più dei discorsi equidistanti, dove si dice che siamo per la pace e la fratellanza tra i popoli, mentre – come diceva in un intervento anche Lillo Fasciana – c’è un popolo, quello Palestinese, che da settant’anni è sotto occupazione da parte di Israele, con una pulizia etnica che è testimoniata anche dagli stessi storici israeliani come Ilan Pappe.

Vado a chiudere un aspetto concreto: la Cgil e noi come FLC CGIL cosa dobbiamo fare adesso?

E’ importante continuare a difendere il diritto di espressione e di manifestare degli studenti che si stanno mobilitando, ma senza limitarsi a quello. E’ necessario ricordare in maniera sempre più netta e chiara perché gli studenti erano in piazza.

Sono però fondamentali anche le azioni concrete che possiamo svolgere come sindacato, che sono indicate anche nell’ODG già annunciato che presentiamo come “Radici del Sindacato”. Siamo la FLC-CGIL e rappresentiamo il settore dell’istruzione e della conoscenza. Come azione concreta dobbiamo chiedere, come chiedevano nell’assemblea di Pisa gli studenti (ed erano tanti gli universitari presenti), l’interruzione immediata di ogni rapporto con enti di ricerca e gruppi israeliani di ogni tipo, implicati nell’occupazione della Palestina, nel massacro di Gaza e nella produzione di armi. Questo garantendo la libertà di ricerca e l’autonomia di chi la svolge, ma essendo molto netti su questo.

E’ questa la richiesta che porto da quella grandissima assemblea, e lo faccio portando nella nostra Assemblea Generale FLC-CGIL il sentire comune e le richieste esplicite di tanti ragazzi e ragazze che sono intervenuti su questa questione. Credo che sia molto importante accoglierle e farle nostre.

Concludo dicendo che sarà importante dare un segno molto netto alle nostre dichiarazioni nelle prossime piazze per la pace, ma dobbiamo anche portare avanti queste azioni concrete perché rappresentiamo il settore della ricerca e dobbiamo dare un segnale forte come sindacato.

Grazie a tutti.

Guido Masotti